lettura spirituale: l’arte del raccontare
Ci sono i silenzi, pause di silenzio intorno alla tavola, ma anche parole, un indugio in parole che potrebbero diventare racconto. Tra i sogni di tanti di noi rimane un tavolo intorno al quale ci si possa raccontare. Accadeva una volta, oggi è un desiderio in qualche misura negato, tanto è diventato un miraggio sedere a tavola insieme, un miraggio che, riuniti a mensa, ci si possa raccontare, genitori e figli. Raramente oggi, sempre più a fatica coincidono i tempi dell’uno e dell’altro e, quando per grazia accade, duro è resistere all’invasione, alla fascinazione prepotente dei mezzi di comunicazione. Penso sia una perdita incalcolabile per la nostra società, per noi che abitiamo case e città, il venir meno oggi del racconto. Se non recuperiamo l’arte del raccontare, con occhi dolenti assisteremo alla deriva triste di case e città impoverite di senso, luoghi del consumare. Forse stravedo, ma penso che la tavola sia un luogo privilegiato del raccontarsi. Per fare prediche spesso si esigono titoli e autorizzazioni e luoghi deputati, per il racconto no. Raccontare lo può fare chiunque, a qualunque età. Per raccontare basta semplicemente essere un uomo, una donna, come si è in una casa.