Il conforto del cielo
Conosciamo il nome dell’angelo dell’Annunciazione, ma ignoriamo quello dell’angelo che confortò Gesù nell’agonia del Getsemani. (…) Ci sono dolori che solo un’assistenza specialissima di Dio rende sopportabili. Non sappiamo che cosa abbia detto quell’angelo a Gesù. Alcuni Padri e mistici pensano che abbia ripresentato a Gesù, in tutta la sua misteriosa eppure meravigliosa logica, la volontà del Padre, e nello stesso tempo i frutti della redenzione. Gesù sente la forza di quelle parole e riprende coraggio per fare fino in fondo la volontà di Colui che lo ha mandato. È la sua prima agonia. E questa sarà tutta interiore, anch’essa colorata di sangue come l’altra, e forse non meno atroce. Le parole dell’angelo sono per lui un primo viatico. Gesù, che di parole buone e confortatrici ne ha dette tante, adesso è in ascolto. Gli uomini, gli stessi che lui ha scelto e che lo amano, sono muti nella sonnolenza del Getsemani. Non sanno dirgli nulla, non sanno dargli un segno di condivisione. Tocca all’angelo cercare nelle profondità del vocabolario di Dio le parole che danno coraggio a Gesù in preda all’angoscia. Non dobbiamo spaventarci di nulla. All’ora giusta il Signore ci dirà le cose giuste. Se abbiamo fede c’è sempre un volo d’angeli a nostra disposizione. Preoccupiamoci di fare il nostro dovere. Sentiremo per ogni difficoltà la parola di conforto e di sostegno. Un valoroso parroco, morto improvvisamente, ha lasciato scritto: «Nelle tue mani, nel tuo cuore voglio, Signore mio, riposare. Non mi sono mai pentito d’averti scelto, di averti fatto il fine della mia vita. Il dolore, la malattia, mi hanno fatto sempre paura: siimi vicino con bontà, con misericordia, sostienimi nella prova. Abbi pietà di me. Che io riposi fin d’ora in te».
A. CONTPAN – D. ZANELLA in Quaresima, pp. 118-119